La terapia ipnotica nel trattamento della Tricotillomania

Il termine Tricotillomania deriva dal greco e significa ‘passione per tirare i capelli’. Infatti, la caratteristica principale di questo disturbo consiste nello strapparsi peli o capelli volutamente e ripetutamente. Solitamente, il paziente avverte una crescente tensione fino a quando cede all’impulso di strapparsi i capelli. L’atto è infatti percepito come un momento privato e personale di scarico della tensione, limitato a luoghi o momenti ben precisi.

Solitamente è riferito come piacevole da chi lo attua, foriero di sollievo psichico, distensivo e depressurizzante. Tuttavia lo strappo non avviene solo in momenti caratterizzati da stati emotivi di ansia, noia o tensione, ma anche di rilassamento trascorsi in solitudine.

Ad oggi il disturbo è annoverato nella categoria dei disturbi ossessivi, ciò perché, nonostante siano assenti vere e proprie ossessioni, si ritiene che le manifestazioni comportamentali della tricotillomania possano essere considerate e trattate alla stregua di vere e proprie compulsioni.
Gli individui che ne soffrono si caratterizzano principalmente per il ricorso a comportamenti di strappo di capelli o peli, nonché dai ripetuti tentativi di ridurre o impedire tali condotte.

A ciò si unisce spesso un senso di disagio che accompagna tale condizione, sia per la consapevolezza di soffrirne, che per gli effetti negativi e le limitazioni che essa comporta sul piano funzionale e nell’agire quotidiano. Le aree più frequentemente interessate dai comportamenti di strappo comprendono il cuoio capelluto, le sopracciglia, le ciglia, ma anche peli di ogni genere da diverse parti del corpo: dagli arti, al petto, al pube, alla barba o baffi. Alcune persone possono tirare intere manciate di capelli, mentre altri strappano un capello alla volta. Inoltre, dopo aver strappato il capello molte persone possono trarre piacere dall’ispezionare il capello e la sua radice, trascorrendo del tempo giocandoci, lisciandolo o tenendolo tra le labbra o i denti. Talvolta i capelli e i peli strappati vengono conservati accuratamente in posti sicuri, o appiccicati allo specchio; altri vengono nascosti o fatti scomparire. Un aspetto importante riguarda il fatto che più della metà di queste persone presenta comportamenti di tipo orale successivi allo strappo, che possono comprendere anche la masticazione e l’ingestione, con conseguenti complicazioni mediche. Sono molto pochi gli individui che attuano tali comportamenti consapevolmente; la maggior parte tende a farlo senza prestarvi attenzione, spesso mentre svolge altre attività particolarmente assorbenti o noiose, come ad esempio studiare, leggere o parlare al telefono, o in momenti di piacevole distensione o distrazione.

Alcune persone con tricotillomania riferiscono particolari sensazioni nel loro cuoio capelluto. Una delle più frequenti è la sensazione di formicolio, che può essere alleviata solo strappando i capelli, similmente a quando avviene nel sollievo che si prova grattando il prurito. Raramente chi soffre di tricotillomania riporta sensazioni di dolore associate allo strappo.

Per quanto riguarda le conseguenze psicosociali, gli individui che soffrono di tricotillomania possono vedersi costretti ad evitare situazioni e attività connesse a luoghi pubblici, dove i segni fisici del disturbo possano risultare più evidenti o difficilmente occultabili. Questo conduce verso un progressivo evitamento di situazioni in ambito sociale, sportivo, occupazionale/scolastico e relazionale, con conseguente peggioramento della qualità della vita.
I dati relativi all’incidenza e prevalenza del disturbo sono relativamente scarsi e comunque ancora non del tutto affidabili, poiché molti pazienti non affluiscono mai ai servizi, tendono a nascondere la loro condizione e a non chiedere mai aiuto, per cui finiscono fuori da eventuali statistiche a riguardo. Ad oggi, anche se la realtà sta in parte cambiando (grazie sia ad una migliore comprensione del fenomeno, che ad un incremento delle richieste di aiuto da parte di coloro che ne soffrono) la prevalenza all’interno della popolazione generale non è ancora del tutto chiara. Tuttavia, si stima che le percentuali si aggirino intorno al 2-3% della popolazione generale. Ciò che appare più chiaro, invece, è il rapporto maschi e femmine, per il quale è stato riscontrato un forte sbilanciamento (1:7, 1:10 circa) a svantaggio di queste ultime.
Le cause precise del disturbo non sono ancora chiare. L’ipotesi più plausibile è di una storia di apprendimento sulla base di una previa vulnerabilità biologica/genetica. Sappiamo inoltre che vi siano specifici fattori di mantenimento, prima tra tutte la sensazione di sollievo conseguente allo strappo, che sembrano favorire il ripetersi del comportamento sintomatico, interferendo con il buon esito della terapia.

La tricotillomania è un problema che la maggior parte delle persone non riesce a superare semplicemente imponendosi di smettere. Tuttavia, sebbene abbia una forte tendenza alla cronicizzazione ed alla recidiva, la Tricotillomania ad oggi si può curare ed anche con successo: infatti, la maggior parte dei pazienti che si rivolgono ad uno specialista riesce a controllarne meglio i sintomi. L’ipnosi costituisce un ottimo mezzo per la terapia della Tricotillomania. Essa è di aiuto in numerosi aspetti. Innanzitutto, permette alla paziente di riappropriarsi del dolore legato allo strappo, quindi della consapevolezza del gesto; l’ipnosi va quindi a spezzare l’automatismo del gesto, permettendo al paziente di rendersi conto di ciò che fa e di ritrovare un reale controllo sulla situazione. Inoltre, può essere utilizzata con successo come mezzo per abbassare la quota ansiosa e gestire l’ansia stessa in modo meno lesivo. Infine, l’ipnosi si rivela uno strumento efficace per incrementare l’autostima e la fiducia in sé stessi. La Tricotillomania costituisce uno dei disturbi di cui mi sono occupata di più e con successo, e che recentemente ho portato ad un convegno internazionale tenuto a Firenze, dal titolo “La Tricotillomania ed il Disturbo da Escoriazione in Italia: lo stato dell’arte”. Sono contenta ed orgogliosa di avere aiutato persone provenienti da varie parti di Italia, che con molto impegno e costanza mi hanno raggiunto fino a Pisa per risolvere il loro problema. Colgo qui l’occasione per ringraziarle tutte. Spero che questo articolo possa essere utile nel restituire la speranza a chi non ce l’ha più, perchè vi assicuro: di Tricotillomania si può guarire. Conosco bene l’intensa sofferenza legata al disturbo, l’imbarazzo, la vergogna, gli occhi delle persone puntate addosso, la necessità di doversi sempre coprire per uscire, il fastidio di doversi sempre giustificare. Ho toccato con mano quanto il disturbo ostacoli la conduzione di una normale vita sociale, ed anche la difficoltà di smettere nonostante l’impegno, con il conseguente insopportabile senso di colpa legato all’incapacità di controllare un abitudine tanto dannosa quanto autoinflitta. Ma ripeto: di tricotillomania si può guarire. Se vuoi posso aiutarti!