Il potere delle convinzioni

Salve a tutti! Sono la dr.ssa Simona Colombi e sono qui oggi per parlarvi di giudizio interno e profezia che si auto-avvera… paroloni ora, ma vi saranno più chiari tra qualche minuto. Voglio iniziare leggendovi un passo tratto dal libro “MESSAGGIO PER UN’AQUILA CHE SI CREDEVA UN POLLO”, di Anthony De Mello.

Un giorno un allevatore di polli, appassionato scalatore, mentre si arrampicava su una montagna particolarmente irta e difficile, s’imbatté in una sporgenza. Su quella sporgenza c’era un nido e nel nido c’erano tre grandi uova. Uova di aquila.

L’uomo sapeva di comportarsi in modo anti-ecologico e forse anche illegale, ma cedette alla tentazione di prendere una delle uova e metterla nel suo zaino, accertandosi, prima, che l’aquila madre non fosse nei paraggi. L’allevatore continuò la sua scalata, alla fine tornò alla fattoria e mise l’uovo nel pollaio.

Quella sera la gallina si sedette su quell’enorme uovo per covarlo: era l’immagine della madre più orgogliosa che si potesse immaginare. E anche il gallo sembrava fiero di sé.

A tempo debito, l’uovo si schiuse e l’aquilotto uscì, si guardò attorno, vide la gallina e disse: “Mamma!”

E fu così che l’aquila crebbe con i suoi fratelli pollastri. Imparò a fare tutto ciò che fanno i polli: chiocciare e schiamazzare, grattare per terra alla ricerca di vermi, agitare le ali furiosamente e volare a poche spanne d’altezza prima di ricadere, a terra, in una nuvola di polvere e piume. L’aquilotto era assolutamente sicuro di essere un pollo.

Un giorno, quando era ormai anziana, l’aquila-che-credeva-di-essere-un-pollo guardò il cielo. Lassù, in alto tra le correnti, volava maestosa, senza sforzo e senza quasi muovere le ali, un’aquila.

“Cos’è quella?” chiese stupita la vecchia aquila. “È magnifica. Quanta potenza e quanta grazia! È poesia in movimento.”

“Quella è un’aquila” disse un pollo. “È il re degli uccelli. È un uccello dei cieli, noi siamo solo polli, uccelli di terra”.

E fu così che l’aquila visse e morì da pollo; perché questo era ciò che credeva di essere.

Questo breve passo pone in evidenza la centralità delle convinzioni che abbiamo su noi stessi nel determinare il tipo di vita che conduciamo. Spesso, esse diventano una sorta di mantra che ci ripetiamo costantemente, quotidianamente, e così facendo, ci predisponiamo a realizzarle. Infatti, non mi stancherò mai di ripeterlo, il pensiero crea, per fare una cosa occorre prima pensarla, anzi: nel momento in cui la pensiamo stiamo preparando il nostro sistema a realizzarla. In questo modo siamo inconsapevolmente auto-ipnotizzati: ci ipnotizziamo da soli, le nostre credenze diventano suggestioni e le realizziamo.

Ti sarà capitato di conoscere persone bellissime che però si credono brutte e insicure e si comportano da tali. Poi ci sono anche persone che non sono nessuno, riescono a fare delle cose grandiose, ma continuano a sentirsi nessuno anche dopo. Tutte queste persone sono dentro delle cattive ipnosi, cioè si sono auto-ipnotizzate e credono di essere diverse da quelle che in realtà sono. Questo è il potere creante della mente, il potere del condizionamento, dell’auto-ipnosi negativa. Troppo spesso trascuriamo l’enorme potere che esercita su di noi il nostro dialogo interno, ciò che ci diciamo. Se siamo costantemente improntati al pessimismo, al disfattismo, come possiamo pretendere che poi le cose vadano bene? Il cervello che pensa al contempo crea, perchè si predispone all’azione. Il pensiero che pensa crea le condizioni affinchè una certa cosa accada. La regola è questa: ciò che introduciamo all’interno è ciò che otteniamo all’esterno. Infatti, il risvolto positivo in tutto ciò è che possiamo imparare a rovesciare il potere della mente in modo che sia al servizio dei nostri interessi! Il potere del condizionamento è sempre il solito, sia in positivo che in negativo: la scelta di questa direzione spetta a noi!

Spesso mi sono trovata a gestire situazioni di questo tipo, con la terapia ipnotica il percorso è breve, focale e mirato. In questo caso, il paziente deve essere svegliato prima di essere nuovamente ipnotizzato. Intanto, se ti trovi in questa situazione, qualche consiglio pratico:

  1. Impara a pensare a voce alta! Spesso, quando parliamo a noi stessi, lo facciamo nel silenzio interiore, nella nostra mente. Ma dando una voce ai nostri pensieri diventa più probabile rendersi conto delle assurdità che a volte pensiamo.
  2. Una volta evidenziato il pensiero assurdo, cerca una formulazione più razionale. “Non ce la farò mai” diventa “Beh, non sarà facile, ma ce l’ho fatta altre volte, perchè non questa?”
  3. Impara a identificare i tuoi successi e a complimentarti con te stesso.

Inizia a mettere in pratica questi semplici precetti, e vedrai che andrà meglio! Un saluto e a presto!