Vuoi davvero capire gli altri?
Decodifica il linguaggio del corpo!

A cosa serva la CNV (comunicazione non verbale)? La comunicazione non verbale svolge importanti funzioni nel comportamento sociale dell’uomo. L’informazione fornita dalle parole viene a volte contraddetta o smentita dai segnali non verbali che la accompagnano e quando la comunicazione verbale non è possibile, le informazioni vengono trasmesse attraverso segnali non verbali.

Quando dobbiamo farci un’idea di una persona per esempio, facciamo riferimento, oltre a quello che dice, ai segnali non verbali che ci manda: il tono di voce, la mimica del volto, i movimenti, i gesti senza esserne del tutto consapevoli.

Le funzioni della comunicazione non verbale sono molteplici; essa può essere considerata il linguaggio delle relazioni, attraverso di essa si segnalano il tipo di relazione in corso e i mutamenti qualitativi delle relazioni interpersonali; è il mezzo principale per esprimere e comunicare le emozioni. Il linguaggio del corpo dà indicazioni sull’immagine di sé e del proprio corpo e contribuisce alla presentazione di sé agli altri, fornisce elementi con cui interpretare il significato delle espressioni verbali.

Il linguaggio non verbale assolve diverse funzioni nel corso della comunicazione:

1. Serve a gestire la situazione sociale ed il proprio sé

Ad esempio, di fronte ad un atteggiamento aggressivo possono essere messi in atto comportamenti che sottolineano la sottomissione (sguardo basso, posizione di chiusura delle braccia…), oppure ribellione (sguardo diretto, postura decisa…).

2. Funge da supporto alla comunicazione verbale

È il caso ad esempio, di tutti quei piccoli segnali che regolano i turni tra i parlanti, che quindi fanno capire quando si vuole intervenire, quando si è finito un discorso, quando non si desidera essere interrotti, quando è opportuno che l’altro prenda la parola (sguardi, movimenti del capo, innalzamenti del tono…).

3. Sostituisce la comunicazione verbale

È ciò che si verifica nell’esempio riportato prima del silenzio di fronte ad una domanda d’esame: invece di spiegare a parole che non si è in grado di rispondere, si lascia che il silenzio veicoli lo stesso messaggio.

Ciò che rende particolarmente difficile gestire e interpretare la comunicazione non verbale è la numerosità e complessità degli elementi che la compongono: tono, volume e ritmo (vocale non verbale), gesti, espressioni del volto, postura, movimenti del corpo, distanze e abbigliamento.

Occorre precisare che, rispetto ai segnali verbali, i segnali non verbali (sia sul piano del contenuto che su quello relazionale), possono essere:

Congruenti quando la comunicazione non verbale supporta l’elemento verbale (ad esempio si pronuncia la parola “Sì” annuendo col capo).

Incongruenti quando la comunicazione non verbale è in contrasto con l’elemento verbale (ad esempio si afferma di non essere arrabbiati assumendo un tono che dice tutto il contrario).

SE I SEGNALI VERBALI E QUELLI NON VERBALI SONO TRA LORO INCONGRUENTI, PREVALE SEMPRE L’ELEMENTO NON VERBALE.

Se ci si presenta all’esame affermando di essere ben preparati ma poi si resta in silenzio facendo scena muta, sicuramente si verrà valutati negativamente per questo e l’affermazione precedente non avrà peso nel giudizio del docente.

Il linguaggio non verbale assolve diverse funzioni nel corso della comunicazione:

1. Serve a gestire la situazione sociale ed il proprio sé

Ad esempio, di fronte ad un atteggiamento aggressivo possono essere messi in atto comportamenti che sottolineano la sottomissione (sguardo basso, posizione di chiusura delle braccia…), oppure ribellione (sguardo diretto, postura decisa…).

2. Funge da supporto alla comunicazione verbale

È il caso ad esempio, di tutti quei piccoli segnali che regolano i turni tra i parlanti, che quindi fanno capire quando si vuole intervenire, quando si è finito un discorso, quando non si desidera essere interrotti, quando è opportuno che l’altro prenda la parola (sguardi, movimenti del capo, innalzamenti del tono…).

3. Sostituisce la comunicazione verbale

È ciò che si verifica nell’esempio riportato prima del silenzio di fronte ad una domanda d’esame: invece di spiegare a parole che non si è in grado di rispondere, si lascia che il silenzio veicoli lo stesso messaggio.

Ciò che rende particolarmente difficile gestire e interpretare la comunicazione non verbale è la numerosità e complessità degli elementi che la compongono: tono, volume e ritmo (vocale non verbale), gesti, espressioni del volto, postura, movimenti del corpo, distanze e abbigliamento.

Occorre precisare che, rispetto ai segnali verbali, i segnali non verbali (sia sul piano del contenuto che su quello relazionale), possono essere:

Congruenti quando la comunicazione non verbale supporta l’elemento verbale (ad esempio si pronuncia la parola “Sì” annuendo col capo).

Incongruenti quando la comunicazione non verbale è in contrasto con l’elemento verbale (ad esempio si afferma di non essere arrabbiati assumendo un tono che dice tutto il contrario).

SE I SEGNALI VERBALI E QUELLI NON VERBALI SONO TRA LORO INCONGRUENTI, PREVALE SEMPRE L’ELEMENTO NON VERBALE.

Ma perché è così utile decodificare nel modo giusto la comunicazione non verbale? Poiché i particolari più vistosi in uno scambio comunicativo li sappiamo controllare tutti, mentre quelli più sottili non si possono controllare poiché governati da un sistema che non è governato razionalmente, il cosiddetto inconscio, che si incarna e si esprime nel linguaggio del corpo. Il corpo non mente mai, anzi: spesso dice ciò che la bocca tace. I minimi segnali del corpo ci svelano il vero stato d’animo e le reali intenzioni del nostro interlocutore. Tempo fa, un paziente sdraiato sulla mia chaise long parlava con apparente disinvoltura del rapporto con la moglie davanti alla stessa (era un colloquio di terapia di coppia), ma il suo corpo lo tradì: me lo dissero delle gocce di sudore sopra al labbro superiore. Nel tempo, la tensione tra i 2, inizialmente dissimulata dal marito emerse e lui fu costretto a riconoscerla, ma il suo corpo aveva svelato la verità molto prima.

Ecco altri importanti segnali di CNV:

Bacio dato a sé stessi.

Il nostro interlocutore esprime una specie di bacio inconscio, un “arricciamento” delle labbra. Questo segnale significa che l’argomento o la parola espressa lo stimola e che dovremmo approfondire quanto detto. Si sta creando in lui un interessamento positivo. Spesso questo segnale è appena accennato e poco visibile.

2. Pressione della lingua all’interno delle guance.

Questo segnale è visibile come un rigonfiamento delle guance e viene espresso rarissime volte. Significa che l’interesse verso l’argomento a la parola espressa è molto alto (anche se non si è raggiunto il massimo del gradimento). Infatti, è precedente ad un altro segnale (il linguino – esposizione della lingua). Si potrebbe dire che siano collegati. È come se la lingua accarezza internamente le guance per poi esporsi.

3. Accarezzamento delle labbra con le dita o il dorso della mano.

Il nostro interlocutore si accarezza le labbra utilizzando le dita o il dorso della mano. Può essere espresso anche utilizzando, ad esempio, una penna. In genere tutti gli atti concernenti l’accarezzamento, esprimono gradimento. Questo segnale significa che il nostro interlocutore coinvolto emotivamente verso la parola o argomento espresso.

4. Linguino.

Si tratta del massimo segnale di gradimento. In percentuale potremmo affermare che è pari al 100%. Si tratta di una breve esposizione della lingua sulle labbra come per umidificarle. Questo segnale esprime il massimo dell’empatia. Se il vostro interlocutore tende a fare spesso e volentieri questo atto, a prescindere dall’argomento, vuol dire che il gradimento è nei vostri confronti.